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Il Tesoro ha collocato Btp a 5 anni per 3 miliardi, rendimento a livello piu’ alto dal 1997

Il differenziale tra i titoli tedeschi e i Btp a 10 anni e’ poco sotto i 500 punti (497,1) in apertura dei mercati europei.
Ieri aveva chiuso a 492 punti.
Tensione su tutto il mercato obbligazionario, con lo spread sui massimi per Spagna (433), Francia (163,6) e Belgio (280,4).

Quali gli effetti del taglio dei tassi BCE per consumatori e risparmiatori su mutui e prestiti?

L’ultima settimana ha visto un altanenarsi di notizie e veri e propri colpi di scena nell’economia europea e nei mercati finanziari internazionali.

Un articolo di Francesca Basso sul Corriere della Sera propone alcune ipotesi e scenari su quali siano i possibili effetti su consumatori, imprese e risparmiatori dopo il taglio dei tassi deciso nella prima riunione della Banca Centrale Europea con l’esordio di Mario Draghi: mutui meno cari, prestiti più facili e Btp sempre più in alto.

La Banca centrale europea ha messo mano ai tassi di interesse, tagliandoli di un quarto di punto: il tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento principali presso la Bce (ovvero il tasso applicato alle banche per finanziarsi) è sceso all’1,25% dall’1,50% deciso nel luglio scorso; quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale all’1,25% e quello sui depositi presso la Banca centrale allo 0,50%. Le operazioni di rifinanziamento principali sono quelle che forniscono la maggior parte della liquidità necessaria al sistema monetario dell’euro.
Il taglio dei tassi, dunque, viene praticato in genere quando l’economia rallenta per rendere più accessibile il credito: a partire dalle banche, scendendo fino al correntista. Ma anche agli Stati.
In questo periodo di timori dei mercati, agitati dalla crisi del debito sovrano, per le banche dei Paesi sotto osservazione per il rischio default — come la Grecia da mesi, ma da questa estate anche Italia e Spagna —è diventato più costoso rifinanziarsi, poiché hanno «in pancia» una quantità elevata di titoli di Stato giudicati a rischio insolvenza.
Tra gli effetti di questa difficoltà c’è stato l’aumento dello spread nei nuovi mutui e nei prestiti alle imprese (da questa estate lo spread massimo è salito fino a picchi del 9%), ma anche un’impennata dei rendimenti dei titoli di Stato.
Che scenario apre il taglio dei tassi di interesse?

Il primo è un calo al rallentatore per i prestiti indicizzati all’Euribor:

Il taglio dei tassi da parte della Bce avrà effetto immediato su quei mutui che sono indicizzati alla Bce. Andrea Polo di Mutui.it ha simulato gli effetti su un prestito da 150 mila euro a un tasso finito del 2,75% (1,50% tasso Bce più spread all’1,25%): il risparmio al mese è di circa 20 euro. A 20 anni, ieri la rata era di 813 euro, oggi in seguito all’intervento della Bce sarà di 794 euro, mentre a 30 anni la rata scende da 612 a 592 euro. «Ma la maggior parte dei mutui contratti dalle famiglie italiane — spiega Polo— è indicizzata all’Euribor (il tasso interbancario di offerta in euro, ndr), perciò gli effetti si sentiranno nel lungo periodo». Per i nuovi mutui molto dipenderà dallo spread applicato dalle banche.

Per le aziende la stretta del credito si allenta:

Le tensioni sul fronte della raccolta bancaria e della pressione sui titoli di Stato ha reso nell’ultimo periodo peggiori le condizioni dei prestiti alle aziende. La mossa della Bce dovrebbe dare un po’ di respiro agli istituti di credito dell’eurozona, ma quelli del nostro Paese pagano il «rischio default» dell’Italia. Secondo l’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia c’è «un’alta quota di debiti bancari con scadenze ravvicinate (circa il 60% inferiore ai due anni)». E se Via Nazionale ipotizza nel rinnovo a breve il rischio di un «aumento dei margini», il taglio inaspettato del tasso di rifinanziamento principale potrebbe a cascata offrire alle imprese tassi più convenienti.

Quali le possibili ripercussioni per i Btp:

Ieri il rendimento del Btp a 10 anni è tornato a salire fino al 6,26% dal minimo di 6,16% toccato dopo il taglio dei tassi da parte della Bce. In mattinata aveva raggiunto il 6,40%, nuovo record dall’introduzione dell’euro. Ma il taglio dei tassi non è l’unica notizia ad aver condizionato i mercati: l’annuncio che la Grecia non farà più il referendum per approvare il piano europeo— spiega Nicola Frondizi di Augustum Opus Sim — ha dato un segnale «tranquillizzante». Il nodo ora è il rischio default nella percezione del mercato. «Va tenuto presente— ricorda Frondizi—che un’obbligazione prevede alla scadenza il rimborso dell’intero valore nominale. Tutto ruota sulla capacità di onorare il debito».

Cannes, vertice Eurozona G20: scontro sul referendum greco; borse europee aprono in calo

Partenza in deciso ribasso per la Borsa di Milano con gli investitori tutti proiettati al G20 di Cannes, dove verranno analizzate le misure decise dal Consiglio europeo della scorsa settimana.
Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi torna a salire e raggiunge i massimi storici.

L´Italia rimane un Paese sorvegliato speciale. Ieri notte il Consiglio dei Ministri ha varato un maxi emendamento anti crisi.

Sul tavolo dei Grandi la consultazione referendaria proposta da Papandreou, il pericolo di contagio per paesi come Italia e Spagna, le misure da adottare per far fronte alla crisi dell’Eurozona. Prime crepe nella determinazione di Atene a realizzare entro dicembre una verifica popolare dei provvedimenti di austerity.

Il referendum greco: profondo rosso (e tentativo di rialzo) per le Borse

Seduta in profondo rosso per le Borse europee e Usa.

E’ un clima di estrema tensione e di vendite, soprattutto dopo l’annuncio del primo ministro greco Georges Papandreou secondo cui la Grecia voterà con un referendum sull’accordo europeo per il salvataggio del Paese.
Dovessero vincere no, il Paese andrebbe in default mettendo in crisi l’Euro e creando uno scenario senza precedenti, mai un paese fuori dall’Euro e mai così indebitato.

Borse.

Tra le Piazze europee Francoforte cede il 5%, Parigi il 5,24% e Londra il 2,37%.
Maglia nera del Vecchio continente Milano che sprofonda del 6,80%.
Piazza Affari non registrava perdite così pesanti dall’ottobre 2008, nel pieno della crisi dei mutui subprime. In una sola seduta bruciati 22 miliardi di euro e in tre sedute negative, azzerati i guadagni di ottobre.
Nella cronistoria delle peggior performance registrate, a partire dal 1997, sono soltanto tre i risultati peggiori: il 10 ottobre di tre anni fa (-7,14%); l’11 settembre 2001 (-7,57%), giorno degli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono, e il 6 ottobre 2008 (-8,24%).
Nel 2011, il record negativo finora era stato il 10 agosto, quando il Ftse MIb aveva chiuso a -6,65%.
Solo in tarda mattinata un timido segnale di rialzo (+0.82%).

Sotto tensione sono sempre i titoli bancari con Unicredit e Intesa Sanpaolo che cedono oltre il 12% 5 e sono state a lungo sospese per eccesso di ribasso: gli istituti di credito, oltre a ricapitalizzarsi, rischiano di vedere compromesse le proprie stime di crescita in caso di maggiori difficoltà dell’economia italiana. Inoltre sono tra i principali compratori di titoli di Stato. Male le banche in Francia e Germania. Société Générale perde il 16,74%, Crédit Agricole il 13,14%, Bnp il 12,51%, giù anche Deutsche Bank: -8,72%.

Spread.

Lo spread del Btp sui Bund tedeschi è ai massimi a 450 punti 7. “C’è poca fiducia nella capacità italiana di ripagare il debito e molti investitori vendono i titoli del debito italiano. E i prezzi scendono facendo scattare al rialzo i rendimenti”, spiega un operatore.”Mancano i compratori – aggiunge il trader – anche se in una giornata semifestiva come questa è facile che la speculazione ne approfitti, vista la scarsa liquidità dei mercati”. Volano anche i cds per assicurarsi contro il fallimento dell’Italia: i credit default swap costano 491 punti. E sale anche il differenziale tra titoli di Stato francese e il bund a 121,5.